In questa lezione è intervenuto il Dottor Adriano Facchini, esperto di localismo e marketing territoriale (nella precedente scheda di presentazione, troviamo il suo "curriculum" di esperienze che lo hanno visto promotore e collaboratore). La lezione si è incentrata sul tema del Localismo, termine per ovvie ragioni contrapposto al Globalismo, ma che non per forza ne è opposto e contrario. Il famosissimo slogan "Think local, act global" ("pensa localmente, agisci globalmente") nè è la prova: per arrivare al globale infatti bisogna partire dal locale. Il globalismo infatti non è altro che una sorta di insieme di tutti i localismi secondo il relatore. Con localismo si intende la valorizzazione di tutto ciò che rende unico un territorio, risaltando non solo il "prodotto finito" ma anche la storia che vi sta dietro. Cultura, tradizioni, ambiente, gastronomia tipica, storia, arte, folklore, sagre, ricorrenze... Ogni ambiente ne è pregno, e il localismo punta a valorizzarne ogni aspetto. Come? Il marketing territoriale si occupa appunto di questo, cercare strategie di promozione turistica (e non solo) facendo partecipe il più possibile il consumatore. Il Dott. Facchini si occupa di questo ed ha illustrato alcuni progetti ai quali partecipa o ha partecipato in passato, eccone alcuni: "PanArea", la fiera del pane proposta dall' "Associazione Turistica Sagre e Dintorni", che si occupa di promozione di sagre e feste di piccoli paesi; il caso del paese di Malalbergo, che ha puntato ad una promozione turistica attraverso l'utilizzo dell'ortica nel settore enogastronomico; "Lorenzini Naturamica", azienda agricola che punta molto alla storia del prodotto, assegnando ad ogni frutto messo in commercio un codice di tracciabilità che permette ai consumatori di sapere tutto sul prodotto acquistato. Per quest'ultimo caso d'esempio, il Dottore ha portato in classe anche alcuni meloni dell'azienda, per mostrare in maniera diretta (ed efficace) che ogni singolo prodotto ha un suo percorso, una storia ed un "curriculum"!
Questa esercitazione è stata connotata dall’intervento del Dottor Adriano Facchini. “I’m localist”,il suo biglietto da visita. Appassionato di localismo, ma anche agronomo, agricoltore, dirigente di aziende, esperto di marketing territoriale. Un uomo che ha dedicato la sua vita all’agricoltura, ma in una nuova dimensione improntata al “localismo”. Non più un lavoro umile e sottovalutato, da cui fuggire in cerca di un’occupazione nella grande città, come è accaduto per anni dal 1945 in poi. Ma l’agricoltura in un ottica, appunto di localismo. Una risorsa economica dalle grandi possibilità, se vista sotto un profilo di valorizzazione del prodotto locale e della cultura che lo definisce. Non è solo, o soltanto, la spiga di grano la risorsa da considerare, ma anche tutta la storia che sta dietro quella spiga. Le tradizioni. le ricette, le feste e le sagre. Tutto va considerato in un unicum da proporre anche all’esterno, anche a quel nuovo turista colto e interessato che, fuori dalle logiche del turismo di massa, ricerca l’agriturismo, per un contatto più “vero” con il territorio
Ecco, allora, che agricoltura significa anche questo, apertura al turismo, alle visite didattiche delle fattorie (esempio: http://www.agriturismobaracca.com/fattoria_didattica.html), al benessere fisico (esempio: http://www.caremma.com/centro-benessere ). perché il localismo comporta il riappropriarsi delle proprie radici culturali, ma anche di se stessi, con una maggiore attenzione al proprio benessere. Non a caso, nelle slide del Dottor Facchini lo sport e la salute sono un unicum con gastronomia, storia, tradizioni e socialità. In una società sempre più globalizzata, virtuale, il recupero della socialità vera, attraverso l’incontro con persone reali, diventa strumento indispensabile per il proprio equilibrio. Oggi, più che mai, si presta attenzione a tutte quelle discipline che hanno come obiettivo l’equilibrio psico-fisico (Yoga, Tai-chi). Equilibrio da ricercare anche in quello che mangiamo (come predica la filosofìa yogica). Quindi prodotti sicuri. Il Dottor Facchini ha presentato la Lorenzini Naturamica, che nel suo sito sottolinea, a prova dell’eccellenza dei propri prodotti, la loro rintracciabilità http://www.lorenzininaturamica.com/index.htm. Come i meloni, la cui filiera è rintracciabili inserendo il codice impresso in ogni melone nell’apposita casella nel sito della Lorenzini.
Per tornare alle sagre, il Dottor Facchini ci ha fatto conoscere due associazioni frutto anche del suo lavoro:
PanArea: “Panarea è la rassegna, ormai nota a livello nazionale, dedicata al pane ed agli altri prodotti della filiera del frumento tipici della cucina italiana quali: Pane, Pizza, Piadina, Pasta e Pasticceria. É una manifestazione dal successo ormai consolidato, che si propone come obiettivo primario la promozione del territorio attraverso una serie di attività espositive, gastronomiche e congressuali, che si rifanno ad un prodotto unico al mondo: il pane ferrarese.” Fonte dal sito http://www.fieradelpane.it/ .
Sagre in Italia: “L’Associazione Turistica Sagre e Dintorni rappresenta un punto di riferimento di livello nazionale per il turismo enogastronomico con un calendario senza precedenti che riguarda le province di Ferrara Modena Mantova Bologna e Rovigo, ma che sta riscuotendo grande consenso in tutto il territorio nazionale.”- fonte dal sito http://www.sagreedintorni.it/.
Il localismo come la strada giusta per uscire da una crisi non solo economica, ma anche di valori e di riconoscimento personale, frutto di una generale omologazione.
L’esercitazione di oggi si è caratterizzata per la partecipazione del dott. Facchini che, in qualità di “appassionato localista” - come ama definirsi - ha naturalmente affrontato il tema del localismo.
La parola “localismo” evoca in prima battuta scenari di chiusura, processi di implosione, ritorno al passato, in contesto in cui dominano logiche globali. Del resto, i problemi che affliggono l’umanità (mutamenti climatici, disastro ambientale, crisi energetiche ed alimentari, disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, ecc) richiedono di essere affrontati globalmente. Potrebbe quindi sembrare poco opportuno rinchiudersi entro il proprio giardino. Ma la acclamata globalizzazione , in particolare a partire dalla caduta del muro di Berlino, mostra tutte le sue crepe: essa stessa ha contribuito al consolidarsi dei problemi sopra descritti. Ma è proprio questo stato delle cose che, unitamente alla crisi economica in atto, fa emergere la dimensione locale, intesa come spazio reale in grado di dar vita a progetti e soluzioni innovative e virtuose. Lo sguardo si volge ora al quotidiano, alle cose e ai luoghi più prossimi che conferiscono senso alla propria esistenza e permettono di identificarsi. La valorizzazione del locale riporta l’attenzione sull’individuo e sullo spazio dove si manifesta il suo agire, piattaforma della sua interazione, prima e diretta, con gli altri membri della comunità con cui condivide storia, valori, memoria, tradizioni, cultura. Il locale è identificato come spazio privilegiato per liberarsi da logiche standardizzate proprie della società di massa verso nuove logiche che tengono conto dei bisogni dell’individuo di identità e di appartenenza a una comunità viva e produttiva. Contro processi di disumanizzazione indotti dal paradigma della globalizzazione occorre recuperare la dimensione locale, fatta di relazioni più prossime, di territorio di appartenenza, della gente che lo abita. La valorizzazione del la dimensione locale passa attraverso processi di integrazione sinergica e di co-evoluzione tra le anime che compongono, fanno, vivono un territorio e le sue specificità. I momenti più importante del paradigma locale sono: gastronomia, ambiente, storia, arte, tradizione (specie nella forma di folklore e sagre). Tutto ciò trova traduzione pratica nelle molte iniziative che hanno visto la partecipazione e il contributo del dott. Facchini e che puntano sulla valorizzazione del locale, come ad esempio “PanArea, la fiera del pane & dei prodotti della filiera del frumento”, che trova in un chicco di grano il suo simbolismo più puntuale. Perché puntare sul locale? Basterebbe la semplice constatazione che, come mi suggerisce il dott. Facchini tramite il suo intervento, lo stesso concetto di “globale” può essere inteso come la somma di tanti “locale”. Globale e locale, due concetti diametralmente opposti, ma che non necessariamente debbono esser pensati come due concetti “l’un contro l’altro armati”. Anche un ottica di valorizzazione turistica del proprio territorio ci consiglia di “pensare locale e agire globale”. L’identità di luogo, il suo genius loci, la sua originalità e unicità possono essere intesi come i principali fattori di attrazione e di competizione tra aree di destinazioni. Ma non si può pensare di ottenere risultati in tal senso se le iniziative intraprese non sono rivolte in primis alla stessa popolazione locale, impegnata in prima persona ala messa in essere delle iniziative stesse. Questo modus operandi pone al centro la persona e favorisce una inclinazione ad accogliere l’altro. E nel contesto attuale, dove i turisti esprimono una domanda turistica multi motivata, flessibile, personalizzata, interattiva/relazionale, amichevole, occorre sviluppare la capacità di saper accogliere l’altro, il diverso e di farlo sentire parte della comunità (almeno per il periodo del suo soggiorno), se si vuole fare del territorio anche una destinazione che merita di essere visitata, conosciuta, condivisa. Del resto, l’identità locale nasce e si solidifica dal confronto con la diversità. Escludere il diverso porta al declino dell’identità locale.
Dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduta, capisco che il dott. Facchini è anche esperto agronomo. In occasione del suo intervento si è presentato con meloni e pomodorini. A tal proposito è stato menzionato il sito lorenzininaturamica.com, dell’azienda omonima, “la prima azienda al mondo che offre la rintracciabilità per ogni singolo frutto” a garanzia della sua qualità. Locale è tradotto anche con processi produttivi e prodotti tipici dell’agricoltura di un luogo. Credo che parte di questa nuova prospettiva “locale” sia la valorizzazione dell’agricoltura, come momento fondamentale di una strategia di evocazione delle tradizioni, dei saperi (contadini in questo caso), della capacità di saper produrre nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse. Anche in vista di queste finalità, ritengo che le economie locali debbano sfruttare le moderne tecnologie e risorse per mettere in Rete le proprie conoscenze e condividerle. Anche in questo modo specifici luoghi si fanno “territori parlanti” (Guarriello, 2012) in tutti i sensi.
Durante questa esercitazione è intervenuto il dott. Facchini, agronomo specializzato in marketing territoriale, ha trattato principalmente il tema del localismo. La lezione è iniziata in modo particolare, con dei pomodorini, meloni, spille con su scritto “i’m localist”, a mio parere è stato molto originale.
Per localismo s’intende una concezione della vita che tende al riavvicinamento emotivo dell’individuo con il luogo al quale appartiene, per far fronte a quel senso di omologazione prodotta dalla società detta ‘globale’ dove gli obiettivi dominanti sono i risultati tecnologici e quantitativi.
Il Localismo ritiene che la soddisfazione non venga solo dall’ottenimento degli obiettivi, ma soprattutto dal processo esperienziale che si vive per raggiungere l’obiettivo. Si tratta quindi di preferire il “Locale” poiché solo attraverso un restringimento dello spazio nel quale opera l’individuo si può avere un contatto più sentito con le cose o le persone che lo compongono.
Egli poi ci ha spiegato come il modello della globalizzazione e la sua entrata in crisi nel 1989 dopo la caduta del muro di Berlino, abbia cambiato e modificato le cosiddette strategie di marketing nei settori economici, come il turismo. Quindi si è passato da una società di massa basata su degli standard all’individualismo e il motivo principale di questo passaggio è stato proprio il localismo.
Con esso si attuano strategie per andare in contro ai bisogni di identità e di appartenenza ad un territorio degli individui; al fine di valorizzare territori poco conosciuti, specializzandosi quindi sul locale e non sul globale, facendo si che l’elemento essenziale delle strategie è proprio il coinvolgimento delle persone.
In questa esercitazione la classe ha avuto il piacere di conoscere il Dott.Facchini un Agronomo esperto in marketing territoriale, sostenitore del tema del localismo, è argomento di attualità il famoso Km 0 e le comunità locali e la loro autonomia, al punto che in molte città agresti vengono creati i "mercati contadini" ovvero mercati rionali di solito ospitati nelle piazze dei paesi dove tutto quello che si vende proviene dalle aziende agricole locali, l'Italia è famosa per le sue biodiversità alimentari ma non dimentichiamoci che il Km 0 funziona quando è sensato, la grande distribuzione ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi indubbiamente in una città italiana che coltiva il mais sarebbe insensato importare mais del guatemala, piuttosto sarebbe meglio incentivare la politica agricola sul mais locale, il vantaggio non è solo la distanza ma anche nella qualità del prodotto poichè spesso per essere trasportato ne abbassa la qualità. Spesso però il sinonimo di naturale o km 0 viene attribuito a qualcosa di più costoso e non dovrebbe essere così poichè è proprio il punto di forza della grande distribuzione.
In questa lezione abbiamo conosciuto il Dott. Facchini, agronomo ed esperto di marketing, che ha trattato il tema del localismo.
Per localismo si intende la capacità di un luogo di promuovere se stesso, tramite la valorizzazione dei suoi punti di forza, questi sono: arte, ambiente ed enogastronomia.
Infatti in Italia, ci sono più di 1000 tipi di pane, 4000 specialità, e altri prodotti come formaggi, ecc.
Questo aspetto è fondamentale al giorno d’oggi, dove la globalizzazione è presente quasi ovunque.
Inoltre il Dottor Facchini ha sottolineato come la promozione locale sia molto utile per trarre benefici da ciò che una certa località offre, e per avvicinare il territorio alla popolazione al quale appartiene, abbandonando l’omologazione, per soffermarsi sulla valorizzazione dei singoli beni offerti dal territorio.
In questa lezione abbiamo avuto come ospite il dott. Adriano Facchini, un esperto di localismo e marketing. Una persona squisita, umile e con una grande voglia di fare, dai cui occhi si poteva chiaramente leggere tutto l'amore e la dedizione per il suo lavoro.
Essendo molto legato alla cultura popolare e alla comunità locale, date le sue origini, egli ci ha spiegato come sia fondamentale oggigiorno puntare sul localismo. L'obiettivo è quello di contrapporsi al fenomeno della globalizzazione, che ha invaso ormai ogni aspetto della vita dell'uomo, per poter riportare alle luce tutto ciò che è stato trascurato in questi ultimi venti anni, ossia la tradizione, la storia, la cultura e tutti quegli aspetti importanti per una comunità perché non sono altro che le fondamenta. Bisogna valorizzare la semplicità, i rapporti interpersonali, il territorio, per creare una comunità unita dove i cittadini siano i veri protagonisti.
Il localismo deve fondarsi su alcuni principi fondamentali:
•Gastronomia
•Ambiente e storia
•Arte e tradizione
Nel corso della sua spiegazione ci ha illustrato alcune iniziative di cui è promotore, come ad esempio la PanArea, la fiera del pane che ha come simbolo una spiga di frumento; l'Associazione Turistica Sagre e Dintorni per la promozione delle sagre nei piccoli paesi; o ancora la promozione del paese di Malalbergo attraverso l'utilizzo dell'ortica nel settore enogastronomico, così da crearsi una certa fama.
Noi che saremo i futuri operatori turistici, dovremo essere in grado di puntare sul localismo, promuovendo e "sfruttando" in maniera sostenibile quei luoghi che non sono ancora stati scoperti dal turismo, rispettando e coinvolgendo la comunità locale.
La lezione, da quello che ho potuto leggere dai commenti dei miei compagni, è iniziata con la distribuzione di meloni, pomodorini e spille intitolare I’m localist; a mio avviso molto originale. L'esercitazione di oggi è stata caratterizzata dalla testimonianza del dott. Adriano Facchini, il quale attraverso il suo intervento ha voluto parlarci del concetto del "localismo". Si è discusso e spiegato il significato del termine localismo, l’argomento centrale della lezione che , secondo il Dottor Facchini, deve essere associato all’emozione e alla sinergia con il territorio; per localismo s’intende una concezione della vita che tende al riavvicinamento emotivo dell’individuo con il luogo al quale appartiene, per far fronte a quel senso di omologazione prodotta dalla società detta ‘globale’ dove gli obiettivi dominanti sono i risultati tecnologici e quantitativi. Durante la sua presentazione sono stati trattati temi come la globalizzazione e i suoi effetti sulla società.
Egli ci ha spiegato come il modello della globalizzazione e la sua entrata in crisi nel 1989 dopo la caduta del muro di Berlino, abbia cambiato e modificato le cosiddette strategie di marketing nei settori economici, come il turismo.
Si è passati da una società di massa basata sulla standardizzazione ad una società dedicata all'individualismo; in questa sorta di passaggio il fattore fondamentale è stato il localismo.
Il localismo viene identificato come un laboratorio dove si attuano strategie per andare in contro ai bisogni di identità e di appartenenza ad un territorio degli individui; al fine di valorizzare territori poco conosciuti, queste strategie di marketing dovrebbero essere incentrate maggiormente sul locale e non sul globale.
Inoltre il localismo si basa sul coinvolgimento delle persone, diventando elementi essenziali delle strategie.
In questa lezione è intervenuto il Dottor Adriano Facchini, esperto di localismo e marketing territoriale (nella precedente scheda di presentazione, troviamo il suo "curriculum" di esperienze che lo hanno visto promotore e collaboratore). La lezione si è incentrata sul tema del Localismo, termine per ovvie ragioni contrapposto al Globalismo, ma che non per forza ne è opposto e contrario. Il famosissimo slogan "Think local, act global" ("pensa localmente, agisci globalmente") nè è la prova: per arrivare al globale infatti bisogna partire dal locale. Il globalismo infatti non è altro che una sorta di insieme di tutti i localismi secondo il relatore. Con localismo si intende la valorizzazione di tutto ciò che rende unico un territorio, risaltando non solo il "prodotto finito" ma anche la storia che vi sta dietro. Cultura, tradizioni, ambiente, gastronomia tipica, storia, arte, folklore, sagre, ricorrenze... Ogni ambiente ne è pregno, e il localismo punta a valorizzarne ogni aspetto. Come? Il marketing territoriale si occupa appunto di questo, cercare strategie di promozione turistica (e non solo) facendo partecipe il più possibile il consumatore. Il Dott. Facchini si occupa di questo ed ha illustrato alcuni progetti ai quali partecipa o ha partecipato in passato, eccone alcuni: "PanArea", la fiera del pane proposta dall' "Associazione Turistica Sagre e Dintorni", che si occupa di promozione di sagre e feste di piccoli paesi; il caso del paese di Malalbergo, che ha puntato ad una promozione turistica attraverso l'utilizzo dell'ortica nel settore enogastronomico; "Lorenzini Naturamica", azienda agricola che punta molto alla storia del prodotto, assegnando ad ogni frutto messo in commercio un codice di tracciabilità che permette ai consumatori di sapere tutto sul prodotto acquistato. Per quest'ultimo caso d'esempio, il Dottore ha portato in classe anche alcuni meloni dell'azienda, per mostrare in maniera diretta (ed efficace) che ogni singolo prodotto ha un suo percorso, una storia ed un "curriculum"!
Questa esercitazione è stata connotata dall’intervento del Dottor Adriano Facchini. “I’m localist”,il suo biglietto da visita. Appassionato di localismo, ma anche agronomo, agricoltore, dirigente di aziende, esperto di marketing territoriale. Un uomo che ha dedicato la sua vita all’agricoltura, ma in una nuova dimensione improntata al “localismo”. Non più un lavoro umile e sottovalutato, da cui fuggire in cerca di un’occupazione nella grande città, come è accaduto per anni dal 1945 in poi. Ma l’agricoltura in un ottica, appunto di localismo. Una risorsa economica dalle grandi possibilità, se vista sotto un profilo di valorizzazione del prodotto locale e della cultura che lo definisce. Non è solo, o soltanto, la spiga di grano la risorsa da considerare, ma anche tutta la storia che sta dietro quella spiga. Le tradizioni. le ricette, le feste e le sagre. Tutto va considerato in un unicum da proporre anche all’esterno, anche a quel nuovo turista colto e interessato che, fuori dalle logiche del turismo di massa, ricerca l’agriturismo, per un contatto più “vero” con il territorio
Ecco, allora, che agricoltura significa anche questo, apertura al turismo, alle visite didattiche delle fattorie (esempio: http://www.agriturismobaracca.com/fattoria_didattica.html), al benessere fisico (esempio: http://www.caremma.com/centro-benessere ). perché il localismo comporta il riappropriarsi delle proprie radici culturali, ma anche di se stessi, con una maggiore attenzione al proprio benessere. Non a caso, nelle slide del Dottor Facchini lo sport e la salute sono un unicum con gastronomia, storia, tradizioni e socialità. In una società sempre più globalizzata, virtuale, il recupero della socialità vera, attraverso l’incontro con persone reali, diventa strumento indispensabile per il proprio equilibrio. Oggi, più che mai, si presta attenzione a tutte quelle discipline che hanno come obiettivo l’equilibrio psico-fisico (Yoga, Tai-chi). Equilibrio da ricercare anche in quello che mangiamo (come predica la filosofìa yogica). Quindi prodotti sicuri. Il Dottor Facchini ha presentato la Lorenzini Naturamica, che nel suo sito sottolinea, a prova dell’eccellenza dei propri prodotti, la loro rintracciabilità http://www.lorenzininaturamica.com/index.htm. Come i meloni, la cui filiera è rintracciabili inserendo il codice impresso in ogni melone nell’apposita casella nel sito della Lorenzini.
Per tornare alle sagre, il Dottor Facchini ci ha fatto conoscere due associazioni frutto anche del suo lavoro:
PanArea: “Panarea è la rassegna, ormai nota a livello nazionale, dedicata al pane ed agli altri prodotti della filiera del frumento tipici della cucina italiana quali: Pane, Pizza, Piadina, Pasta e Pasticceria. É una manifestazione dal successo ormai consolidato, che si propone come obiettivo primario la promozione del territorio attraverso una serie di attività espositive, gastronomiche e congressuali, che si rifanno ad un prodotto unico al mondo: il pane ferrarese.” Fonte dal sito http://www.fieradelpane.it/ .
Sagre in Italia: “L’Associazione Turistica Sagre e Dintorni rappresenta un punto di riferimento di livello nazionale per il turismo enogastronomico con un calendario senza precedenti che riguarda le province di Ferrara Modena Mantova Bologna e Rovigo, ma che sta riscuotendo grande consenso in tutto il territorio nazionale.”- fonte dal sito http://www.sagreedintorni.it/.
Il localismo come la strada giusta per uscire da una crisi non solo economica, ma anche di valori e di riconoscimento personale, frutto di una generale omologazione.
L’esercitazione di oggi si è caratterizzata per la partecipazione del dott. Facchini che, in qualità di “appassionato localista” - come ama definirsi - ha naturalmente affrontato il tema del localismo.
La parola “localismo” evoca in prima battuta scenari di chiusura, processi di implosione, ritorno al passato, in contesto in cui dominano logiche globali. Del resto, i problemi che affliggono l’umanità (mutamenti climatici, disastro ambientale, crisi energetiche ed alimentari, disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, ecc) richiedono di essere affrontati globalmente. Potrebbe quindi sembrare poco opportuno rinchiudersi entro il proprio giardino. Ma la acclamata globalizzazione , in particolare a partire dalla caduta del muro di Berlino, mostra tutte le sue crepe: essa stessa ha contribuito al consolidarsi dei problemi sopra descritti. Ma è proprio questo stato delle cose che, unitamente alla crisi economica in atto, fa emergere la dimensione locale, intesa come spazio reale in grado di dar vita a progetti e soluzioni innovative e virtuose. Lo sguardo si volge ora al quotidiano, alle cose e ai luoghi più prossimi che conferiscono senso alla propria esistenza e permettono di identificarsi. La valorizzazione del locale riporta l’attenzione sull’individuo e sullo spazio dove si manifesta il suo agire, piattaforma della sua interazione, prima e diretta, con gli altri membri della comunità con cui condivide storia, valori, memoria, tradizioni, cultura. Il locale è identificato come spazio privilegiato per liberarsi da logiche standardizzate proprie della società di massa verso nuove logiche che tengono conto dei bisogni dell’individuo di identità e di appartenenza a una comunità viva e produttiva. Contro processi di disumanizzazione indotti dal paradigma della globalizzazione occorre recuperare la dimensione locale, fatta di relazioni più prossime, di territorio di appartenenza, della gente che lo abita. La valorizzazione del la dimensione locale passa attraverso processi di integrazione sinergica e di co-evoluzione tra le anime che compongono, fanno, vivono un territorio e le sue specificità. I momenti più importante del paradigma locale sono: gastronomia, ambiente, storia, arte, tradizione (specie nella forma di folklore e sagre). Tutto ciò trova traduzione pratica nelle molte iniziative che hanno visto la partecipazione e il contributo del dott. Facchini e che puntano sulla valorizzazione del locale, come ad esempio “PanArea, la fiera del pane & dei prodotti della filiera del frumento”, che trova in un chicco di grano il suo simbolismo più puntuale. Perché puntare sul locale? Basterebbe la semplice constatazione che, come mi suggerisce il dott. Facchini tramite il suo intervento, lo stesso concetto di “globale” può essere inteso come la somma di tanti “locale”. Globale e locale, due concetti diametralmente opposti, ma che non necessariamente debbono esser pensati come due concetti “l’un contro l’altro armati”. Anche un ottica di valorizzazione turistica del proprio territorio ci consiglia di “pensare locale e agire globale”. L’identità di luogo, il suo genius loci, la sua originalità e unicità possono essere intesi come i principali fattori di attrazione e di competizione tra aree di destinazioni. Ma non si può pensare di ottenere risultati in tal senso se le iniziative intraprese non sono rivolte in primis alla stessa popolazione locale, impegnata in prima persona ala messa in essere delle iniziative stesse. Questo modus operandi pone al centro la persona e favorisce una inclinazione ad accogliere l’altro. E nel contesto attuale, dove i turisti esprimono una domanda turistica multi motivata, flessibile, personalizzata, interattiva/relazionale, amichevole, occorre sviluppare la capacità di saper accogliere l’altro, il diverso e di farlo sentire parte della comunità (almeno per il periodo del suo soggiorno), se si vuole fare del territorio anche una destinazione che merita di essere visitata, conosciuta, condivisa. Del resto, l’identità locale nasce e si solidifica dal confronto con la diversità. Escludere il diverso porta al declino dell’identità locale.
Dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduta, capisco che il dott. Facchini è anche esperto agronomo. In occasione del suo intervento si è presentato con meloni e pomodorini. A tal proposito è stato menzionato il sito lorenzininaturamica.com, dell’azienda omonima, “la prima azienda al mondo che offre la rintracciabilità per ogni singolo frutto” a garanzia della sua qualità. Locale è tradotto anche con processi produttivi e prodotti tipici dell’agricoltura di un luogo. Credo che parte di questa nuova prospettiva “locale” sia la valorizzazione dell’agricoltura, come momento fondamentale di una strategia di evocazione delle tradizioni, dei saperi (contadini in questo caso), della capacità di saper produrre nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse. Anche in vista di queste finalità, ritengo che le economie locali debbano sfruttare le moderne tecnologie e risorse per mettere in Rete le proprie conoscenze e condividerle. Anche in questo modo specifici luoghi si fanno “territori parlanti” (Guarriello, 2012) in tutti i sensi.
Durante questa esercitazione è intervenuto il dott. Facchini, agronomo specializzato in marketing territoriale, ha trattato principalmente il tema del localismo. La lezione è iniziata in modo particolare, con dei pomodorini, meloni, spille con su scritto “i’m localist”, a mio parere è stato molto originale.
Per localismo s’intende una concezione della vita che tende al riavvicinamento emotivo dell’individuo con il luogo al quale appartiene, per far fronte a quel senso di omologazione prodotta dalla società detta ‘globale’ dove gli obiettivi dominanti sono i risultati tecnologici e quantitativi.
Il Localismo ritiene che la soddisfazione non venga solo dall’ottenimento degli obiettivi, ma soprattutto dal processo esperienziale che si vive per raggiungere l’obiettivo. Si tratta quindi di preferire il “Locale” poiché solo attraverso un restringimento dello spazio nel quale opera l’individuo si può avere un contatto più sentito con le cose o le persone che lo compongono.
Egli poi ci ha spiegato come il modello della globalizzazione e la sua entrata in crisi nel 1989 dopo la caduta del muro di Berlino, abbia cambiato e modificato le cosiddette strategie di marketing nei settori economici, come il turismo. Quindi si è passato da una società di massa basata su degli standard all’individualismo e il motivo principale di questo passaggio è stato proprio il localismo.
Con esso si attuano strategie per andare in contro ai bisogni di identità e di appartenenza ad un territorio degli individui; al fine di valorizzare territori poco conosciuti, specializzandosi quindi sul locale e non sul globale, facendo si che l’elemento essenziale delle strategie è proprio il coinvolgimento delle persone.
In questa esercitazione la classe ha avuto il piacere di conoscere il Dott.Facchini un Agronomo esperto in marketing territoriale, sostenitore del tema del localismo, è argomento di attualità il famoso Km 0 e le comunità locali e la loro autonomia, al punto che in molte città agresti vengono creati i "mercati contadini" ovvero mercati rionali di solito ospitati nelle piazze dei paesi dove tutto quello che si vende proviene dalle aziende agricole locali, l'Italia è famosa per le sue biodiversità alimentari ma non dimentichiamoci che il Km 0 funziona quando è sensato, la grande distribuzione ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi indubbiamente in una città italiana che coltiva il mais sarebbe insensato importare mais del guatemala, piuttosto sarebbe meglio incentivare la politica agricola sul mais locale, il vantaggio non è solo la distanza ma anche nella qualità del prodotto poichè spesso per essere trasportato ne abbassa la qualità. Spesso però il sinonimo di naturale o km 0 viene attribuito a qualcosa di più costoso e non dovrebbe essere così poichè è proprio il punto di forza della grande distribuzione.
In questa lezione abbiamo conosciuto il Dott. Facchini, agronomo ed esperto di marketing, che ha trattato il tema del localismo.
Per localismo si intende la capacità di un luogo di promuovere se stesso, tramite la valorizzazione dei suoi punti di forza, questi sono: arte, ambiente ed enogastronomia.
Infatti in Italia, ci sono più di 1000 tipi di pane, 4000 specialità, e altri prodotti come formaggi, ecc.
Questo aspetto è fondamentale al giorno d’oggi, dove la globalizzazione è presente quasi ovunque.
Inoltre il Dottor Facchini ha sottolineato come la promozione locale sia molto utile per trarre benefici da ciò che una certa località offre, e per avvicinare il territorio alla popolazione al quale appartiene, abbandonando l’omologazione, per soffermarsi sulla valorizzazione dei singoli beni offerti dal territorio.
In questa lezione abbiamo avuto come ospite il dott. Adriano Facchini, un esperto di localismo e marketing. Una persona squisita, umile e con una grande voglia di fare, dai cui occhi si poteva chiaramente leggere tutto l'amore e la dedizione per il suo lavoro.
Essendo molto legato alla cultura popolare e alla comunità locale, date le sue origini, egli ci ha spiegato come sia fondamentale oggigiorno puntare sul localismo. L'obiettivo è quello di contrapporsi al fenomeno della globalizzazione, che ha invaso ormai ogni aspetto della vita dell'uomo, per poter riportare alle luce tutto ciò che è stato trascurato in questi ultimi venti anni, ossia la tradizione, la storia, la cultura e tutti quegli aspetti importanti per una comunità perché non sono altro che le fondamenta. Bisogna valorizzare la semplicità, i rapporti interpersonali, il territorio, per creare una comunità unita dove i cittadini siano i veri protagonisti.
Il localismo deve fondarsi su alcuni principi fondamentali:
•Gastronomia
•Ambiente e storia
•Arte e tradizione
Nel corso della sua spiegazione ci ha illustrato alcune iniziative di cui è promotore, come ad esempio la PanArea, la fiera del pane che ha come simbolo una spiga di frumento; l'Associazione Turistica Sagre e Dintorni per la promozione delle sagre nei piccoli paesi; o ancora la promozione del paese di Malalbergo attraverso l'utilizzo dell'ortica nel settore enogastronomico, così da crearsi una certa fama.
Noi che saremo i futuri operatori turistici, dovremo essere in grado di puntare sul localismo, promuovendo e "sfruttando" in maniera sostenibile quei luoghi che non sono ancora stati scoperti dal turismo, rispettando e coinvolgendo la comunità locale.
La lezione, da quello che ho potuto leggere dai commenti dei miei compagni, è iniziata con la distribuzione di meloni, pomodorini e spille intitolare I’m localist; a mio avviso molto originale. L'esercitazione di oggi è stata caratterizzata dalla testimonianza del dott. Adriano Facchini, il quale attraverso il suo intervento ha voluto parlarci del concetto del "localismo". Si è discusso e spiegato il significato del termine localismo, l’argomento centrale della lezione che , secondo il Dottor Facchini, deve essere associato all’emozione e alla sinergia con il territorio; per localismo s’intende una concezione della vita che tende al riavvicinamento emotivo dell’individuo con il luogo al quale appartiene, per far fronte a quel senso di omologazione prodotta dalla società detta ‘globale’ dove gli obiettivi dominanti sono i risultati tecnologici e quantitativi. Durante la sua presentazione sono stati trattati temi come la globalizzazione e i suoi effetti sulla società.
Egli ci ha spiegato come il modello della globalizzazione e la sua entrata in crisi nel 1989 dopo la caduta del muro di Berlino, abbia cambiato e modificato le cosiddette strategie di marketing nei settori economici, come il turismo.
Si è passati da una società di massa basata sulla standardizzazione ad una società dedicata all'individualismo; in questa sorta di passaggio il fattore fondamentale è stato il localismo.
Il localismo viene identificato come un laboratorio dove si attuano strategie per andare in contro ai bisogni di identità e di appartenenza ad un territorio degli individui; al fine di valorizzare territori poco conosciuti, queste strategie di marketing dovrebbero essere incentrate maggiormente sul locale e non sul globale.
Inoltre il localismo si basa sul coinvolgimento delle persone, diventando elementi essenziali delle strategie.