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Esercitazione improntata sulle nuove strategie di marketing e comunicazione nate nell'era del web 2.0. Il primo caso, Toyota, parte dall'adozione di una filosofia di business chiamata "Kaizen", che significa "cambiare in meglio", o "miglioramento continuo". La casa automobilistica giapponese è l'esempio più calzante di questa filosofia, tanto che spesso il "Toyotismo" è un termine che ne vale da sinonimo. Questa strategia si fonda sullo scambio di opinioni e di idee tra i clienti, chiamati in prima persona a dire la propria sui prodotti, a proporre miglioramenti e ad esporre le negatività, per migliorare se stessi e la propria qualità di vita. L'ascolto dei suggerimenti atto a migliorare la propria vita è il modo principale sul quale questa dottrina si basa, sviluppandosi da una cultura economica, quella nipponica, già propensa di suo all'automiglioramento. La Toyota da questo punto di vista è pioniera della logica "bottom-up", dove i contenuti e le opinioni dei clienti diventano base fondamentale e livello principale di ricerca e sviluppo.
In Italia la prima azienda a proporre una cosa del genere è stata la Barilla, con il lancio del portale "Nel Mulino che Vorrei". In questo sito, secondo una logica di proposta, scambio di idee e votazione, i clienti sono chiamati in prima persona a portare le proprie idee su migliorie ed innovazioni che la Barilla dovrebbe attuare. Le proprie opinioni poi vengono discusse e votate dalla community totale degli iscritti e, in caso di molti consensi, valutate in separata sede dall'azienda stessa. Sono già molti i progetti realizzati grazie alle proposte degli utenti. Questo sistema incentiva notevolmente la partecipazione attiva dei clienti, che in questo modo si sentono più attaccati alla marca, essendo coinvolti in prima persona. Inoltre permette all'azienda di assecondare le necessità di mercato ascoltando direttamente l'opinione dei consumatori. Quale miglior modo per primeggiare nel settore se non quello di affidare in gran parte la ricerca e sviluppo ai consumatori stessi?
Per l'analisi di un terzo caso è intervenuta in aula la signora Antonella, titolare di un Bed&Breakfast dell'Oltrepò Pavese. La sua scelta di marketing per la promozione dell'attività è stata quella di chiamare la struttura "Villa Rosa Expo 2015", per aumentare la propria visibilità nei motori di ricerca e cercare di posizionarsi tra i primi risultati nella ricerca, appunto, del main event del 2015. Strategia che ha le carte in regola per risultare efficace, a mio avviso avrebbe un buon potenziale di pubblicità solo se affiancato ad altre modalità di promozione e gestione dell'attività: innanzitutto va costantemente seguito e, visto che gli si è voluto dare questo nome "pesante", va affrontata la componente Expo 2015. La creazione di una parte "blog" che contenga informazioni ed aggiornamenti sull'evento è fondamentale secondo me, per non venire "schiacciati" da siti più inerenti ed essere rapidamente declassificata nei risultati di ricerca. Questo perché non può sicuramente bastare il solo titolo per apparire tra i primi risultati, occorre creare contenuti inerenti, studiando ed implementando i testi e le risorse attraverso delle keywords mirate. Il posizionamento (specie con una chiave di ricerca così ad alta concorrenza, sebbene ora sia bassa) è faticoso e costa sudore ed impegno!
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